- Comunicare i provvedimenti preventivi ai dipendenti
Il datore di lavoro deve comunicare i provvedimenti preventivi da adottare con qualsiasi tipo di mezzo: nota di servizio distribuita per e-mail o per posta, video, intranet, ecc.
Il datore di lavoro deve ricordare nella sua comunicazione :
- i provvedimenti igienici ed gesti di barriera applicabili a tutti i dipendenti: – lavarsi le mani molto regolarmente; – tossire o starnutire sul gomito; – salutarsi senza stringere le mani ed evitare gli abbracci; – usare fazzoletti usa e getta; – se possibile, indossare una maschera quando si è ammalati;
- la responsabilità di ognuno di prendersi cura della propria salute e in caso di dubbio sul proprio stato di salute, l’impegno a rivolgersi ad un medico per ottenere una diagnosi. Ciò consentirà al datore di lavoro di mettere in atto, se necessario, provvedimenti per adattare il posto di lavoro;
- misure di prevenzione rafforzate per i dipendenti che presentano un rischio significativo di contaminazione.
- Promuovere ampiamente il telelavoro
Nei suoi discorsi del 12 e 16 marzo, il Presidente della Repubblica ha fortemente incoraggiato le aziende ad utilizzare il telelavoro il prima possibile e non appena la presenza al lavoro non è essenziale per il funzionamento dell’azienda. Il 16 marzo ha ricordato che tutte le aziende devono organizzarsi per facilitare il telelavoro.
- Viaggi d’affari soggetti a severe condizioni
La principale raccomandazione sanitaria per le aziende è quella di evitare i viaggi di lavoro.
Tuttavia, i viaggi da casa al lavoro, quando il telelavoro non è possibile, e i viaggi di lavoro non rinviabili sono ammessi solo se il dipendente è in possesso di un certificato che ha precedentemente compilato e di una ricevuta firmata dal datore di lavoro (D. n. 2020-260 del 16 marzo 2020, GU 17 marzo 2020), che deve essere presentata in caso di ispezione.
Il certificato e la prova richiesta per i viaggi di lavoro sono disponibili sul sito web: https://interieur.gouv.fr/Actualites/L-actu-du-Ministere/Attestation-de-deplacement-derogatoire.
Il governo indica che possono essere riprodotti su carta comune.
- Il datore di lavoro deve aggiornare il documento unico
Per adempiere all’obbligo di garantire la sicurezza e la tutela della salute, il datore di lavoro deve effettuare una valutazione dei rischi professionali. Il Ministero indica che questa valutazione deve essere rinnovata a causa dell’epidemia per ridurre al minimo il rischio di contagio sul posto di lavoro o durante il lavoro. Si tratta anche di anticipare i rischi legati all’epidemia e di affrontare i nuovi rischi generati dal peggioramento del funzionamento dell’azienda (allestimento dei locali, riorganizzazione del lavoro, assegnazione di una nuova postazione di lavoro, telelavoro, ecc.)
Questa valutazione deve essere trascritta nel documento unico dei rischi.
- Misure da adottare in caso di contaminazione di un dipendente
Quando un dipendente è contaminato, il datore di lavoro deve adottare una serie di misure per disinfettare l’ambiente di lavoro, considerando che il coronavirus può probabilmente sopravvivere 3 ore sulle superfici :
- equipaggiamento delle persone incaricate della pulizia dei pavimenti e delle superfici con un camice monouso, guanti monouso, (l’uso della mascherina di protezione respiratoria non é necessario)
- pulizia del pavimento, dare la preferenza ad una strategia di lavaggio-disinfezione a umido in modo che :
- I pavimenti e le superfici vengono puliti con una striscia di lavaggio monouso impregnata di un prodotto detergente;
- i pavimenti e le superfici vengono poi risciacquati con acqua potabile con un’altra striscia di lavaggio monouso;
- si lasci un tempo di asciugatura sufficiente di questi pavimenti e superfici;
- i pavimenti e le superfici devono essere disinfettati con candeggina diluita con una striscia di lavaggio monouso diversa dalle due precedenti;
- i rifiuti prodotti dalla persona contaminata seguono il percorso di smaltimento convenzionale.
- Assenza per malattia di un dipendente che si occupa del proprio figlio a causa della chiusura delle scuole
Se il posto di lavoro lo consente, il telelavoro è la soluzione da privilegiare.
Il datore di lavoro dovrà tener conto del fatto che si tratta di una situazione eccezionale e senza precedenti e ammettere che il dipendente non potrà essere al 100% sul proprio lavoro. Se non é possibile scegliere un’altra soluzione, al dipendente può essere concessa un’interruzione del lavoro per il periodo di chiusura della scuola raccomandato.
Il datore di lavoro deve quindi effettuare una dichiarazione equivalente a un’interruzione del lavoro sul sito web dedicato: https://www.declare.ameli.fr.
Il dipendente invia al datore di lavoro un certificato in cui dichiara di essere l’unico genitore a richiedere il beneficio dell’interruzione del lavoro per mantenere il bambino a casa, indicando il nome e l’età del bambino, il nome della scuola e del comune in cui il bambino frequenta la scuola e il periodo di chiusura della scuola in questione.
- Interruzione del lavoro per le cosiddette persone “fragili
Le cosiddette persone “fragili”, quelle a rischio di sviluppare una forma grave di malattia di Covid-19, non dovrebbero andare al lavoro. Se il telelavoro non è possibile, vengono messi in malattia. Si tratta di un’interruzione del lavoro eccezionale, indennizzata senza un periodo di attesa, simile a quella di un dipendente la cui scuola per figli è chiusa. La dichiarazione di interruzione del lavoro viene effettuata sul sito web declare.ameli.fr. Tuttavia, è il dipendente che fa la dichiarazione senza passare attraverso il datore di lavoro o il medico curante. Questa
interruzione può essere dichiarata retroattivamente a venerdì 13 marzo.
Le persone “fragili” sono : donne in gravidanza; persone con malattie respiratorie croniche; persone con insufficienza respiratoria cronica; persone con fibrosi cistica; persone con insufficienza cardiaca; persone con malattie coronariche; persone con una storia di ictus; persone con pressione alta; persone con insufficienza renale cronica in dialisi; persone con diabete insulino-dipendente di tipo 1 e diabete di tipo 2; persone con immunosoppressione; persone con malattie epatiche croniche con cirrosi; persone con obesità con un indice di massa corporea pari o superiore a 40.