Il Conseil national des barreaux integra i principi di uguaglianza e non discriminazione nel RIN (Regolamento Interno Nazionale della professione d’avvocato), primo passo di un piano di azione che mira ad eliminare le tracce di inuguaglianza ancora presenti nella nostra professione.
Una decisione (n° 2019-001) del CNB (Consiglio Nazionale forense francese) del 13 giugno 2019, modifica l’articolo 1.3 del Regolamento interno nazionale (RIN) della professione forense. Questo articolo dispone ormai che l’avvocato rispetta i principi di uguaglianza e non discriminazione, oltre a dover far prova di « onore, lealtà, disinteressamento, colleganza, delicatezza, moderazione e cortesia” .
L’aggiunta di questi termini fa seguito ad un’inchiesta del 2017 del Défenseur des droits sulle discriminazioni percepite e vissute dai membri della professione (Défenseur des droits, rapp. Conditions de travail et expériences des discriminations dans la profession d’avocat(e) en France, mai 2018), i cui risultati hanno spinto alla messa in opera di un piano di azione contro il mobbing e le discriminazioni, presentato nel gennaio 2019 (CNB, rapp. Plan d’action de lutte contre le harcèlement et les discriminations dans la profession d’avocat.e, 11 janv. 2019).
L’indagine ha permesso di mappare le condizioni di lavoro e le esperienze di discriminazione di cui hanno fatto oggetto alcuni gruppi sociali all’interno della professione. L’indagine rendeva conto esplicitamente del peso dei rapporti sociali, di genere e legati alla propria origine che strutturano la carriera professionale degli avvocati. Per quanto riguarda le condizioni di lavoro e di occupazione, le disuguaglianze sociali tra i sessi sembravano essere molto marcate (status di esercizio della professione, settore di attività, retribuzione, riconoscimento professionale, congedo parentale, lavoro a tempo parziale, atteggiamenti e comportamenti sessisti, ecc.) Per quanto riguarda le differenze di trattamento osservate o segnalate, l’indagine ha mostrato che la discriminazione è frequente nella professione, con una sovraesposizione delle donne avvocato rispetto alla popolazione generale e una sottoesposizione delle loro controparti maschili. Inoltre, l’esposizione a situazioni di discriminazione variava notevolmente a seconda di altre caratteristiche sociali, come l’origine percepita, la religione dichiarata o la genitorialità.
Secondo il rapporto dell’inchiesta, anche se si tratta di una “professione informata che dispone, a priori, dii una conoscenza giuridica della discriminazione […..] pochi sono gli avvocati che riferiscono di aver presentato ricorso, in quanto percepito come inutile, difficile da documentare per mancanza di prove o per il rischio di possibili ritorsioni”, indipendentemente dal criterio di discriminazione dichiarato. Il rapporto raccomandava quindi di “sensibilizzare gli attori interessati, mobilitare gli ordini e punire gli autori dei reati”. Il difensore dei diritti umani ha sottolineato in particolare la necessità di “agire nel quadro della formazione iniziale e continua degli avvocati affinché siano in grado di identificare e documentare meglio le situazioni di discriminazione, per se stessi, per i colleghi o i loro clienti, e di conoscere le modalità e i mezzi di un rimedio efficace”.
Un passo avanti nel piano d’azione per combattere la discriminazione nella professione è stato quindi compiuto con la modifica del RIN; i passi successivi, in conformità con le raccomandazioni della relazione del difensore dei diritti umani, saranno i seguenti:
- Comunicare con gli avvocati ed i praticanti avvocato per aumentare la loro consapevolezza e sensibilizzarli alla tematica;
- Formare i colleghi ed i praticanti avvocato per consentire loro di comprendere meglio queste situazioni;
- Affrontare le segnalazioni di situazioni di discriminazione e firmare una carta sulla lotta contro la discriminazione ed il mobbing. Il progetto di carta è stato preparato da un gruppo di lavoro composto dai presidenti e dai rappresentanti eletti di diverse commissioni della CNB, nonché dai rappresentanti della Conférence des Bâtonniers e dell’ordine degli avvocati di Parigi; la firma spetta al presidente della CNB.